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sabato 21 gennaio 2017
02 EPIC informa: grandezze illuminotecniche
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09 Business plan parte 1
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07 indicatori finanziari parte 1
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giovedì 24 gennaio 2013
RadiceFertile: sposare efficienza e resilienza
Abbiamo lanciato un abbozzo di portale per dare visibilità a un progetto di sostenibilità che ci sta molto a cuore: www.radicefertile.com.
Che cosa vogliamo fare? Ce lo stiamo domandando anche noi ma cominciamo ad avere le idee un po’ più chiare. Abbiamo creato una brevissima presentazione per illustrare i punti fondamentali.
Che cosa vogliamo fare? Ce lo stiamo domandando anche noi ma cominciamo ad avere le idee un po’ più chiare. Abbiamo creato una brevissima presentazione per illustrare i punti fondamentali.
lunedì 12 novembre 2012
La diagnosi energetica domestica: how-to
La diagnosi energetica si pone l’obiettivo di capire in che modo l’energia viene utilizzata, quali sono le cause degli eventuali sprechi ed eventualmente quali interventi possono essere suggeriti all’utente, ossia un piano energetico che valuti non solo la fattibilità tecnica ma anche e soprattutto quella economica delle azioni proposte. I Paesi membri dell’Unione Europea hanno da tempo avviato procedure per la certificazione energetica degli edifici atte a correggere gli sprechi energetici e promuovere azioni successive che portino ad una riduzione dei consumi.
UNI ha stabilito i requisiti minimi di una diagnosi energetica nella norma UNI CEI/TR 11428:2011. Per un audit indicativo e “fa-da-te” sono molto utili le indicazione del Department of Energy:
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mercoledì 17 ottobre 2012
DoE: risorse web per l'implementazione di ISO 50001
L’US Department of energy ha messo online una pagina molto interessante sulle opportunità portate dallo standard ISO 50001 alle aziende:
Tra le altre si segnala la DoE eGuide for ISO 50001, con i suoi 7 passi per l’ìmplementazione di un Ems:
venerdì 21 settembre 2012
Tre Energia prima ESCO a certificarsi UNI 11352 nel Nord Est
Lo scorso 7 settembre Tre Energia, la società di Este specializzata in servizi energetici, ha
concluso positivamente l'iter per ottenere la certificazione come “Società che forniscono
servizi energetici” (Esco) secondo la norma Uni Cei 11352:2010. La certificazione è stata
rilasciata da Sgs.
Un risultato che prima di tutto inaugura un nuovo sistema di lavoro: i guadagni
dell'azienda sono vincolati agli effettivi risparmi dei clienti. Una novità questa, che cambia
completamente il modo di pensare al risparmio energetico.
Negli ultimi anni si parla spesso di gestione energetica ecocompatibile, ma nella pratica
sono veramente poche le aziende in grado di erogare servizi completamente ecologici e
rispettosi dell'ambiente.
Tre Energia, che svolge servizi calore per numerosi comuni ed aziende del Veneto
centrale, ha ritenuto fondamentale per il suo programma di sviluppo l'ottenimento di
questa prestigiosa certificazione: con la collaborazione di Energol (la società di consulenza
in campo energetico del gruppo Ethan) è diventata la prima Esco in Veneto ad essere
certificata e una delle prime venti in Italia.
Una certificazione quindi, che rende Tre Energia un punto di riferimento e rappresenta una
delle eccellenze del nord est.
Ma cosa significa tecnicamente essere certificati Esco?
Le Esco sono società in possesso del background tecnico, gestionale e finanziario per
effettuare servizi di gestione dell'energia, quali per esempio diagnosi energetiche, gestione
delle centrali termiche per conto terzi, miglioramento dell'efficienza di impianti esistenti.
Questa tipologia di società è considerata estremamente importante per gli obiettivi che
l'Italia deve raggiungere entro il 2020. Per questo l'Uni ha varato una norma (la Uni
11352) dedicata ai requisiti minimi che una società deve possedere per svolgere questo
tipo di attività.
L'impegno alla corretta gestione dell'energia è inoltre dimostrata dalla contestuale
certificazione ottenuta da Tre Energia secondo lo schema Iso 50001:2011, la nuova norma
per i Sistemi di Gestione dell'Energia (energy management systems).
«Per molte aziende parlare di sostenibilità energetica è diventata una strategia di
marketing – ha commentato Filippo Grossi, Presidente di Tre Energia – Per questo è
fondamentale dare un seguito concreto alle parole, dimostrando le qualità di un'azienda
con una certificazione. Fare parte delle società Esco, non è semplice, ma indubbiamente
significa garantire nero su bianco, che si offrono servizi rispettosi dell'ambiente
essenzialmente per due motivi: primo perchè si riesce ad ottenere un risparmio energetico
concreto, e secondo perchè si rispettano le norme sulla tutela dell'ambiente. Tutto questo
grazie a soluzioni altamente innovative e tecnologie che riducono i tempi di intervento».
«I consumatori sono diventati giustamente diffidenti anche nei confronti delle aziende che
promettono risparmi nei consumi energetici – ha continuato Grossi – Il nostro consiglio è
di affidarsi sempre a chi non si limita ai buoni propositi, ma può vantare servizi certificati,
perchè solo in questo modo si possono evitare truffe e avere garanzie di rispetto
dell'ambiente in cui tutti viviamo. Nel nostro caso abbiamo inaugurato un nuovo modo di
pensare al consumo energetico: il nostro guadagno, è infatti vincolato all'effettivo
risparmio dei nostri clienti».
«Il segreto del nostro successo è quindi un risparmio dovuto al minor consumo di risorse
grazie all'utilizzo delle ultime tecnologie impiantistiche – ha concluso Grossi – Consumare
meno risorse significa spenderemo meno, ma anche inquinare meno. Questa è la strada
che intendiamo percorrere e ci impegneremo per vincere la sfida dei servizi energetici».
venerdì 16 marzo 2012
Progettare l'innovazione: la gasificazione della pollina
Introduzione
Lo smaltimento della pollina da allevamenti avicoli è oggi uno tra i principali problemi gestionali del settore a livello nazionale nazionale. Lo spandimento di pollina su terreno agricolo, prassi consolidata, sta andando via via perdendo applicabilità a causa dell’aumento dei costi di affitto dei terreni agricoli e del costo dell’operazione di spandimento.

Queste iniziative però si scontrano con l’attuale legislazione in materia di energia che vieta l’impiego di pollina per produzione di energia se non in impianti dedicati di potenza superiore a 6 MW.
Le linee di progetto qui descritte intendono proporre un paniere di soluzioni alternative e complementari, in grado di garantire un sistema di soluzioni alla questione dello smaltimento della Pollina ed in grado di rappresentare una piattaforma sperimentale per la sperimentazione di filoni innovativi nel settore.
Il progetto, quindi, si basa sullo studio di un sistema territoriale esteso (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna nord orientale), sull'analisi di specifiche esigenze locali e delle principali aziende avicole e delle filiere interconnesse e sulle tecnologie in grado di assicurare non solo la sostenibilità ambientale, ma anche il maggior valore aggiunto e lo sviluppo delle filiere e dell'indotto connessi in tali territori.
Fasi del progetto
Il progetto è articolato nelle seguenti fasi:
- CostituzionedelloSteeringCommittee:sitrattadelgruppodilavorochedevepredisporreilpooldisoluzionipossibilisecondoicriterisisostenibilitàambientale,economicaedistituzionale,ècaratterizzatodaunainoppugnabilecompetenzascientificaedacomprovaterelazioniindustrialiedistituzionali,inmododagarantireilmigliorapprocciosistemicoallaproblematica.Ilpoolhatraicomponentifondanti:
- Cifra – Centro Interdipartimentale di Formazione e Ricerca Ambientale dell'Università di Udine,
- Cisver – Comitato Italiano per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili,
- Dipic – Dipartimento di Principi e Impianti di Ingegneria Chimica dell'Università di Padova,
- Energol S.r.l.,
- Veniceproject S.r.l.
- Definizione del primo Customers Pool :l'avvio del progetto deve essere garantito da una committenza che abbia contemporaneamente una capacità di indirizzo (rappresentando in modo significativo il settore avicolo) e d una capacità di finanziamento del progetto stesso.
- Definizione del Master Project: sulla base delle linee guida impostate dallo Steering Committee e sulla base delle priorità del Customer sPool, viene definito il Master Project che deve prendere in considerazione le seguenti aree:
- tecnologie disponibili, stato ed evoluzioni possibili,
- vincoli normativi nel territorio di competenza,
- organizzazione di filiera nel territorio di competenza, stato ed evoluzioni possibili,
- soluzioni di massima affidabilità
- impatti dell'innovazione tecnologica e dell'innovazione di processo
- soluzioni di massima resa tecnica ed economica.
Il Master Project, quindi, prevede le seguenti fasi:
- studio di fattibilità di massima
- determinazione dei sottoprogetti
- studio di fattibilità dei sottoprogetti
- Gestionedelconsensoterritoriale:ilcoinvolgimentoterritorialeènecessarioalfinedideterminarelaconduzionedelProgettoinmodoconcordeagliinteressiedallepotenzialitàdelterritoriostesso,sedaunaparteilprogettodiorganizzazionedellefilieranecessitadiunaapprofonditaconoscenzadeglioperatoricoinvolgibilitramiteleAssociazionidiCategoria,dall'altroildialogoconlaPubblicaAmministrazioneLocalepermettediarticolaresoluzionicompatibilisiacongliiterautorizzativicheconleaspirazionidisviluppodeiterritori.Ilprocessodigestionedelconsensoterritorialedeveculminareinunoopiùmomentidiincontrodellevariepartiingioco,alloscopodidefinireinmododettagliatoqualioperatorisonointeressatiadentrareinfiliera,qualiadinvestire,qualiistituzionivoglionogiocareunruoloattivoelecondizionielenecessitàdellePubblicheAmministrazioni.
- DefinizionedelsecondoCustomersPool,projectfinancingefundraising:aseguitodeimomentidiincontrodellepartiingioco,sidefinisceunsecondogruppodicommittenza,chedeveesserecaratterizzatodaunacapacitàdiindirizzochesiintegriaquelladelprimogruppodicommittenzeedun'autonomacapacitàdifinanziamento;inquestafaseilMasterProjectedisottoprogettivengonoriorganizzatialfinedapoterlipresentareinmodocoerentealleproceduredifinanziamentodapartedell'UE(VII°ProgrammaQuadro,Cordis,ecc)edapartedegliEntiRegionali(Docup,POR,Leggisuidistretti,ecc).
- AvviodelMasterProjectedeisottoprogetti:unavoltadefinitelecomponentidelProgetto,letecnologiedominantiedimodelliorganizzativi,unavoltaconsolidatoilGruppodiCommittenzaecompletatiglistudidifattibilitàdeisottoprogetti,sientranellafasepredisposizionedeiprogettipreliminariedell'avviodell'iterautorizzativo.
- Faseesecutiva:lafaseesecutivainiziaconlapredisposizionedeiprogettiesecutivieprosegueconl'accantieramentodegliimpianti,lamodificadelleproceduregestionalidelleaziendecoinvolte,finoall'entratainregimedellefiliera.
Considerazioni preliminari
Ad oggi la valorizzazione energetica della Pollina presenta problematiche legate all'emissione di Ossidi di Azoto (NOx) superiori alla norma, le vie percorribili sembrano concentrarsi su due alternative:
- integrazione del mix alimentante della valorizzazione energetica fino a far rientrare le emissione di NOx nei livelli di norma.
- degradazione termica in assenza di ossigeno (gasificazione),
Una terza via può essere quella di produzione di biogas, nella quale l’eliminazione degli Ossidi di Azoto può avvenire a valle utilizzando biofiltri ad alghe che assimilano NOx e CO2 per il l'accrescimento forzato, alghe che poi possono essere impiegate come emendante o nella cosmesi.
Per garantire il più rapido avvio del progetto, si può realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica e calore tramite valorizzazione termica di biomassa (della potenza indicativa di 8-10 MW), nell'attesa che partano le attività di sperimentazione e che si definiscano i sottoprogetti innovativi che garantiscano le soluzioni di massima resa tecnica ed economica, si può richiedere l'autorizzazione ad alimentare l'impianto di termovalorizzazione con un 15 – 20% (15-20.000 tonn/anno) di pollina, in modo che le emissioni siano ampiamente entro i limiti di legge.
Filoni di sperimentazione
Dalle indagini preliminari condotte si sono individuati tre filoni di sperimentazione meritevoli di approfondimento:
- gasificazione della pollina a fini energetici;
- ottimizzazione dei parametri di combustione del materiale tramite ossigeno puro;
- maturazione del materiale e produzione di emendante a uso agricolo.
Gassificazione della pollina a fini energetici
La gassificazione consiste nell'ossidazione incompleta di biomasse solide o liquide in un ambiente ad elevata temperatura (800÷1000°C) per la produzione di un gas combustibile (detto syngas, composto da H2, CO, CxHy, N2, CO2, in proporzioni variabili secondo il tipo di biomassa e dal tipo di gassificatore usato). La gassificazione della pollina permette quindi di ottenere un gas combustibile che può essere facilmente purificato prima dell’utilizzazione, con conseguenti vantaggi per il rispetto dei limti di emissione al camino.
mercoledì 7 marzo 2012
La Pubblica Amministrazione e la tematica degli Acquisti Verdi

Quando si cerca di interpretare il panorama “ecologico” di questo scorcio di XXI secolo, alcune delle chiavi più importanti le dà Georgescu-Roegen, il grande economista ecologico rumeno: solo la natura produce ricchezza e si presenta come realmente produttiva (che “produce” realmente qualcosa) mentre il ciclo economico di produzione-distribuzione-consumo si presenta come organizzatore e consumatore di risorse già create.
In quest'ottica come si conciliano le necessità della “natura” con quelle di una società complessa e fortemente non lineare come quella odierna? Parlare genericamente di “sviluppo sostenibile” rischia di essere una comoda foglia di fico. Più utile cercare quei metodi che permettono di avviare il volano di produzioni eco-compatibili, come ad esempio la “Politica Integrata di Prodotto” (Integrated Product Policy - IPP) che attraverso una pluralità di strumenti cerca di contenere gli impatti ambientali associati: Ecolabel, valutazioni d'impatto, analisi del ciclo di vita, ecc.
Si fa strada la maturazione di una tale coscienza anche nella Pubblica Amministrazione, con l'accordo “Europa 2020”, promulgato dalla Commissione Europea per tracciare le strategie dello sviluppo Europea per la prossima decade, al quale è strettamente collegato il Patto dei Sindaci, un protocollo liberamente sottoscritto dalle Amministrazioni Comunali, che si impegnano ad adottare volontariamente specifiche misura di tutela dell'Ambiente, strategie di abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra e sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Una delle misure più interessanti in questo senso è il Green Public Procurement (GPP), ossia la corsia preferenziale che le Pubbliche amministrazioni dovrebbero riservare ad acquisti a ridotto impatto ambientale: risulta chiaro che se una parte consistente di amministrazioni pubbliche incrementerà la propria domanda di prodotti “ecologici” ci sarà un effetto enorme sul mercato dei prodotti compatibili con l’ambiente e l’industria sarà portata ad aumentarne sensibilmente la produzione e contenerne i costi.
Nel suo complesso il GPP ha la capacità potenziale di:
• influenzare il mercato, quindi anche gli stakeholders che operano intorno ad esso (imprese, altri consumatori);
• favorire l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche di altre settori;
• facilitare l’integrazione ed attuazione di svariati strumenti nell’ambito delle politiche integrate di prodotto degli enti locali.
Inoltre va osservato che l’acquisto di beni e servizi a impatto ambientale ridotto può essere asservito al raggiungimento di obiettivi di protezione ambientale specifici (riduzione dei consumi complessivi; risparmio energetico, riduzione della produzione dei rifiuti, ecc.). Ma attenzione: prodotti e servizi a impatto ambientale ridotto, per poter essere considerati tali, devono possedere dei requisiti specifici. La maniera più diretta per verificare che un prodotto/servizio abbia tali requisiti è quel la di fare riferimento ai criteri ecologici che il prodotto/servizio deve rispettare per ottenere un’etichetta ecologica. Ciò garantisce sia la “scientificità” che la “fattibilità” del criterio ecologico stesso.
Tutto questo ha cominciato a essere recepito a partire dal Piano d’Implementazione di Johannesburg (nell'ambito del World Summit on Sustainable Development del 2002): il Piano indica che le autorità pubbliche dovrebbero essere indirizzate ad integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei processi decisionali, inclusi quelli che riguardano la pianificazione per lo sviluppo locale, gli investimenti e gli acquisti pubblici, attraverso lo sviluppo e la diffusione di prodotti e servizi compatibili con l’ambiente (il GPP, Green Public Procurement).
Questi indirizzi si sono riverberati in Italia nella Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia, approvata nel 2002 dal Ministero dell’Ambiente che indica gli obiettivi e i target, in termini di beni ecologici acquistati, che la Pubblica Amministrazione dovrebbe raggiungere entro il 2006: l'obiettivo è il 30% dei beni che dovrebbe rispondere a specifici requisiti ecologici. Inoltre il 30-40% del parco dei beni durevoli dovrebbe essere a ridotto consumo energetico.
La Legge Finanziaria 296 del 27 Dicembre 2006 ha previsto infine l’elaborazione di un “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”. Il Decreto Interministeriale n. 135 dell’11 Aprile 2008 ha recepito il Piano d’Azione predisposto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed approvato di concerto con il Ministero dell’Economia.
Le prime norme in materia di acquisti ambientalmente preferibili apparsi a livello nazionale facevano riferimento ad alcuni tipi di materiali di recupero: materiali biodegradabili, carta, plastica, materiali generici. Gli interventi hanno riguardato principalmente la promozione dell’uso della carta riciclata con relativa fissazione di obiettivi minimi di copertura del fabbisogno di prodotti con materiali riciclati che vanno dal 20 al 50%.
Fortunatamente negli ultimi anni si è vista però un’evoluzione del contesto normativo che tende a spronare l’introduzione di sistemi di acquisti verdi e non solo di acquisti di singoli materiali. Ne sono un esempio le “Norme per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche” della Regione Puglia che prevedono che la Regione, le Province, i Comuni con più di 5000 abitanti approvino un Piano d’Azione di durata triennale finalizzato alla definizione di un programma operativo per l’introduzione dei criteri ambientali nelle procedure d’acquisto di beni e servizi e volto a conseguire l’obiettivo di riconversione al termine del triennio di almeno il 30 % delle proprie forniture.
Introdurre seriamente delle pratiche di GPP nella pubblica amministrazione richiede una pianificazione attenta. In particolare devono essere riviste in chiave ecologica le fasi di:
- definizione dell'oggetto;
- definizione delle specifiche tecniche relative;
- selezione dei candidati;
- aggiudicazione;
- esecuzione.
Un elemento chiave per il successo del GPP è l'informazione del personale della PA e soprattutto la raccolta della “best practices” in materia.
ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) una ONG che coopera attivamente con l'ONU e che raccoglie oltre 1200 Pubbliche Amministrazioni nel Mondo, ha studiato diversi protocolli ed implementato molte iniziative infrastrutturali per aiutare Comuni, Provincie, Regioni e Governi ad integrare il processo GPP, particolarmente apprezzato è Protocollo “Procura +”, ideato per offrire delle linee guida alle Amministrazioni in materia di:
- elettricità da risorse rinnovabili;
- computer e apparecchi elettronici ad alta efficienza energetica;
- cibi biologici per mense, ospedali e catering in genere;
- edifici che rispettino standard elevati di efficienza nel riscaldamento e nel condizionamento;
- servizi per la pulizia orientati alla protezione della salute umana;
- servizi di trasporto pubblico orientati alla qualità e con mezzi ad emissioni ridotte.
Le review effettuate sulle esperienze di GPP hanno mostrato che l’adozione di una strategia di acquisti verdi può portare anche ad una razionalizzazione complessiva delle politiche d’acquisto e quindi a dei benefici economici oltre che ambientali. Inoltre, tutti gli ostacoli legati alla difficoltà di promuovere il cambiamento, che spesso caratterizza diversi settori dell’amministrazione, possono essere superati dall'adozione di una politica organizzata e degli strumenti di supporto idonei all’introduzione del GPP.
domenica 4 marzo 2012
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