lunedì 24 settembre 2012

La bioraffineria di ENI è un biglietto vincente alla lotteria: non buttiamolo via


Intervento di Simone Padoan, vice presidente APIndustria Venezia.

Se ENI porterà a termine l'investimento per la “Green Refinery”, il nostro Territorio avrà vinto un biglietto vincente alla lotteria, il cui valore supera quello di un intero filare di Palais Lumière. 
Che la bioraffineria sia un investimento possibile per Porto Marghera era, sulla carta, dimostrato ormai da anni: già nel 2007 ho inserito la proposta per lo sviluppo di una bioraffineria integrata nel Protocollo di Condivisione delle linee strategiche per la riqualificazione e lo sviluppo di Porto Marghera, mentre la Grandi Mulini prospettava un impianto di produzione di bioetanolo. 
Il problema però, è che la produzione di biocarburanti deve tenere di conto di una quantità di variabili che possono trasformare l'investimento in un incubo, a partire dalla logistica, che se non è strategicamente piazzata, può incidere significativamente sul costo del prodotto finito. 
Per questo motivo, nonostante tanti sforzi, identificare un investitore che dovesse farsi carico di individuare l'area ideale sulla quale imbastire una trattativa di acquisto, condizionata dall'incognita bonifica, è sempre stato come costruire un castello di sabbia asciutta. 
Considerando che una delle poche aree adatte è la zona compresa tra la raffineria e la Petroven, mi ricordo una riunione informale, tenutasi a settembre del 2009, proprio negli uffici Petroven, durante la quale il massimo sforzo che si poteva immaginare da parte di ENI sarebbe potuto essere quello di locare un appezzamento di terra, ma sicuramente non quello di investire del suo, anzi, l'impressione che permeava era quella che a Porto Marghera, ENI, non avrebbe più investito su alcunché. 
A partire da quella data, ho sempre temuto di aprire il giornale la mattina e vedere la notizia della dismissione della Raffineria e, nell'ultimo anno, più di qualche volta o pensato che i miei timori fossero sul punto di esser dimostrati, soprattutto quando, a distanza di pochi mesi, era stato annunciato che ENI avrebbe investito 1,2 miliardi di Euro a Proto Torres per avviare una bioraffieria, mentre avrebbe chiuso Porto Marghera per sei mesi. 
Non a caso, nel dossier sui biocarburanti, pubblicato, alla fine dello scorso anno, proprio sulla rivista Equilibri della Fondazione ENI Enrico Mattei, auspicavo che ENI prendesse in considerazione anche Porto Marghera per investimenti simili. 
In linea teorica, il valore strategico di una bioraffineria per questo Territorio, può superare le potenzialità espresse dal polo chimico negli anni d'oro: oltre a quella dei biocarburanti, infatti, è possibile innescare una serie di produzioni, a partire da bio-lubrificanti, bio-tensioattivi, bio-solventi, bio-vernici, bio-collanti, bio-inchiostri, bio-resine, bio-polimeri, bio-plastificanti,  bio-plastiche, il cui risultato può essere quello di alimentare filiere che valorizzano competenze professionali ed imprenditoriali del Territorio, in ambito chimico ed impiantistico, che valorizzano una componente scientifica dell'Alto Adriatico di eccellenza mondiale nel settore delle biomasse e chimica verde (agrochimica), che attraggono investimenti complementari ed intersettoriali tra Piccola/Media Impresa e Grande Impresa e attraggono Capitali Esteri e che raccolgono le sfide del nuovo secolo: sostenibilità economica ed ambientale, legame tra mercato globale e locale. 
Con 100 milioni di euro, è possibile realizzare una linea produttiva di green diesel, adeguata a coprire i quantitativi di biocarburante da miscelare ai tradizionali che vengono distribuiti da questa raffineria, non si tratta, di per sé stesso, di un investimento che da solo può generare un cambiamento così epocale, ma se lo aggiungiamo anche ad altri interventi analoghi, prospettati o compiuti anche da altri soggetti, come quelli, ad esempio dell'Oleificio Medio Piave e di Cereal Docks, otteniamo un insieme che è molto più che simbolico: è un vero inizio. 
Il punto è che ENI ha consegnato il biglietto vincente a questo Territorio, ma sta a noi ed alle nostre Amministrazioni andare ad incassarlo: non è solo una questione di autorizzazioni, serve ora un processo di integrazione infrastrutturale che, anche se, considerando i progetti dell'Autorità Portuale, ha già enormi potenzialità per quanto riguarda la logistica, è ancora privo di una piano strategico che sia in grado di attirare investimenti per la realizzazione di laboratori di ricerca per nuovi materiali, per il trasferimento delle loro applicazioni su tecnologie e prodotti destinati al mercato di consumo e, per questo, in grado di avviare produzioni ad alto valore aggiunto  e, quindi, ad avviare nuova imprenditorialità industriale ed artigianale. 
Il fatto che ENI abbia preso questa decisione, proprio adesso, non può non avere a che fare con il percorso intrapreso dall'Accordo di programma del 16 aprile, “per la bonifica ed il ripristino ambientale di Porto Marghera e per favorire lo sviluppo di attività produttive sostenibili”, un percorso che ha visto il patrocinio attivo del Ministero dell'Ambiente ed ha avuto la fortuna di avere un coordinamento attento e capace, ma che non ha ancora avuto la possibilità di esprimere una piena convergenza delle strategie della Amministrazioni coinvolte: sarebbe importante, infatti, capire assieme, attorno al Tavolo Permanete per Porto Marghera, come condividere un piano di incentivazione della Chimica Verde, capire quale ruolo possano avere le varie Agenzie e società partecipate e le Università, quali spazi possono esser velocemente convertiti per questo specifico scopo e come si possa promuovere il Territorio per attrarre investitori esteri interessati a questo specifico tema.

venerdì 21 settembre 2012

Lista delle ESCo certificate secondo la norma UNI 11352



Tre Energia prima ESCO a certificarsi UNI 11352 nel Nord Est


Lo scorso 7 settembre Tre Energia, la società di Este specializzata in servizi energetici, ha
concluso positivamente l'iter per ottenere la certificazione come “Società che forniscono
servizi energetici” (Esco) secondo la norma Uni Cei 11352:2010. La certificazione è stata
rilasciata da Sgs.
Un risultato che prima di tutto inaugura un nuovo sistema di lavoro: i guadagni
dell'azienda sono vincolati agli effettivi risparmi dei clienti. Una novità questa, che cambia
completamente il modo di pensare al risparmio energetico.
Negli ultimi anni si parla spesso di gestione energetica ecocompatibile, ma nella pratica
sono veramente poche le aziende in grado di erogare servizi completamente ecologici e
rispettosi dell'ambiente.
Tre Energia, che svolge servizi calore per numerosi comuni ed aziende del Veneto
centrale, ha ritenuto fondamentale per il suo programma di sviluppo l'ottenimento di
questa prestigiosa certificazione: con la collaborazione di Energol (la società di consulenza
in campo energetico del gruppo Ethan) è diventata la prima Esco in Veneto ad essere
certificata e una delle prime venti in Italia.
Una certificazione quindi, che rende Tre Energia un punto di riferimento e rappresenta una
delle eccellenze del nord est.
Ma cosa significa tecnicamente essere certificati Esco?
Le Esco sono società in possesso del background tecnico, gestionale e finanziario per
effettuare servizi di gestione dell'energia, quali per esempio diagnosi energetiche, gestione
delle centrali termiche per conto terzi, miglioramento dell'efficienza di impianti esistenti.
Questa tipologia di società è considerata estremamente importante per gli obiettivi che
l'Italia deve raggiungere entro il 2020. Per questo l'Uni ha varato una norma (la Uni
11352) dedicata ai requisiti minimi che una società deve possedere per svolgere questo
tipo di attività.
L'impegno alla corretta gestione dell'energia è inoltre dimostrata dalla contestuale
certificazione ottenuta da Tre Energia secondo lo schema Iso 50001:2011, la nuova norma
per i Sistemi di Gestione dell'Energia (energy management systems).
«Per molte aziende parlare di sostenibilità energetica è diventata una strategia di
marketing – ha commentato Filippo Grossi, Presidente di Tre Energia – Per questo è
fondamentale dare un seguito concreto alle parole, dimostrando le qualità di un'azienda
con una certificazione. Fare parte delle società Esco, non è semplice, ma indubbiamente
significa garantire nero su bianco, che si offrono servizi rispettosi dell'ambiente
essenzialmente per due motivi: primo perchè si riesce ad ottenere un risparmio energetico
concreto, e secondo perchè si rispettano le norme sulla tutela dell'ambiente. Tutto questo
grazie a soluzioni altamente innovative e tecnologie che riducono i tempi di intervento».
«I consumatori sono diventati giustamente diffidenti anche nei confronti delle aziende che
promettono risparmi nei consumi energetici – ha continuato Grossi – Il nostro consiglio è
di affidarsi sempre a chi non si limita ai buoni propositi, ma può vantare servizi certificati,
perchè solo in questo modo si possono evitare truffe e avere garanzie di rispetto
dell'ambiente in cui tutti viviamo. Nel nostro caso abbiamo inaugurato un nuovo modo di
pensare al consumo energetico: il nostro guadagno, è infatti vincolato all'effettivo
risparmio dei nostri clienti».
«Il segreto del nostro successo è quindi un risparmio dovuto al minor consumo di risorse
grazie all'utilizzo delle ultime tecnologie impiantistiche – ha concluso Grossi – Consumare
meno risorse significa spenderemo meno, ma anche inquinare meno. Questa è la strada
che intendiamo percorrere e ci impegneremo per vincere la sfida dei servizi energetici».