lunedì 11 giugno 2012

Dm Ambiente 7 marzo 2012: nuove occasioni per le ESCo


“Adozione dei criteri ambientali minimi da inserire nei bandi di gara della PA” 
Il nuovo Dm Ambiente 7 marzo 2012 ha definito i criteri ambientali minimi che le pubbliche amministrazioni devono inserire nei bandi di gara per l’acquisto dei seguenti servizi energetici degli edifici, affinché i relativi contratti d’appalto possano essere definiti verdi, quali ad esempio:
-          servizio di illuminazione e forza motrice
-          servizi relativi alla mobilità elettrica
-          servizio di climatizzazione

Tra i requisiti chiesti dal DM si segnale che “Oltre a quanto previsto dalle leggi vigenti, i candidati per essere ammessi  alla gara d’appalto debbono avere capacità organizzativa, diagnostica, progettuale, gestionale, economica e finanziaria almeno pari a quelle previste dalla norma Uni Cei 11352 sulle società che forniscono servizi energetici e disporre di personale con le competenze tecniche necessarie a realizzare correttamente il servizio, riducendone gli impatti ambientali”.
Il rispetto di tale criterio è dimostrato dalla presentazione da certificazione di parte terza che attesti il rispetto dei requisiti di cui alla norma Uni Cei 11339 o il rispetto dei requisiti di cui alla norma Uni Cei 11352.

ENERGOL, struttura di eccellenza per la consulenza in campo energetico, propone per la esperienza per:
-          consulenza orientata alla certificazione UNI 11352;
-          assunzione incarichi Esperto in Gestione Energia secondo UNI 11339.
-          consulenza sulla contrattualistica ESCO;
-          ottenimento dei Titoli di Efficienza Energetica;
 CHIEDI AD ENERGOL INFORMAZIONI SUL SERVIZO: TELEFONA A ENERGOL ALLO 0444-414125

venerdì 1 giugno 2012

Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile: potente strumento per la PA

L’introduzione dei Piani Energetici Comunali nel nostro Paese è piuttosto recente e più precisamente avviene con la Legge 10/91; in particolare l’art. 5, comma 5 della Legge afferma che “I Piani Regolatori Generali (PRG) dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti devono prevedere uno specifico piano a livello comunale relativo all’uso delle fonti rinnovabili di energia”. Tale Piano doveva essere predisposto entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge (quindi entro luglio 1991) e riguardava 136 Comuni del nostro Paese, con una popolazione interessata pari a circa 21.000.000 di abitanti, pari al 36% del totale dei cittadini italiani. A otto anni di distanza un monitoraggio sullo stato di attuazione di questa Legge, effettuato dall’ENEA, ha mostrato che solamente 23 città, pari al 17% di quelle interessate, avevano elaborato un Piano Energetico Comunale. Va tuttavia sottolineato che quasi tutte le maggiori città italiane hanno avviato la redazione del PEC; le esperienze condotte in questi anni hanno consentito di individuare procedure e criteri, confluite poi in due guide metodologiche realizzate rispettivamente da ENEA la prima [2] e da CISPEL, ACEA e Ambiente Italia la seconda [3]. Le due guide, pur non avendo alcun carattere cogente, possono intendersi come “prassi consolidata” e pertanto rappresentare uno standard di riferimento nella elaborazione di un Piano Energetico Comunale. Va inoltre sottolineato che, nella prassi, i Piani realizzati hanno interpretato in senso più ampio quanto prescritto dall’art. 5 della legge 10/91 e si sono pertanto occupati non solo di fonti tradizionali ma anche di risparmio energetico e di fonti energetiche alternative; inoltre, per la crescente attenzione nei confronti dell’ambiente, in molti Piani è stato dato un notevole risalto al binomio Energia – Ambiente, per cui è ormai più corretto parlare di Piani Energetici e Ambientali Comunali (PEAC).
Volendo implementare un PAES andranno analizzate le metodologie per la redazione dei Piani Energetici Comunali e Ambientali, individuati alcuni esempi significativi elaborati recentemente nel nostro Paese; infine, elaborato un metodo per la redazione del Piano, comprendente anche dei criteri per l’individuazione degli interventi di attuazione del Piano stesso.